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Molti sono i fattori di rischio che possono determinare infiltrazioni d’acqua da tetti e terrazzi: non solo l’assenza di manutenzione ma anche problemi che possono insorgere subito dopo l’impermeabilizzazione a causa di una cattiva gestione dei fattori di rischio. Vedremo come le dimensioni elevate della superficie da impermeabilizzare possono aumentare i fattori di rischio. Ci sono poi l’assenza o la cattiva progettazione dei giunti di dilatazione e ancora dettagli architettonici dalla forma irregolare, pendenza e gli attraversamenti per il passaggio degli impianti.

Le dimensioni della superficie da impermeabilizzare

Un tetto o un terrazzo di grandi dimensioni possono rendere più difficile l’impermeabilizzazione e la sua tenuta a causa degli effetti della dilatazione termica che sono proporzionali alla lunghezza degli elementi considerati.

I materiali impermeabilizzanti assorbono meglio i movimenti su piccole superfici mentre, al loro aumentare, corrisponde una maggiore dilatazione termica e quindi la possibilità che le sollecitazioni indotte possano creare danni ai rivestimenti impermeabilizzanti.

Fattori di rischio e i giunti di dilatazione

I giunti di dilatazione servono ad assorbire i normali movimenti tra le componenti strutturali di un edificio, evitando di trasferire carichi dannosi. La lunghezza di un elemento strutturale senza giunti non dovrebbe superare i 24 metri lineari. Sulle pavimentazioni a vista è invece meglio non superare i 4 metri.

Bisognerà quindi creare interruzioni anche nella continuità del rivestimento per consentire di scaricare le dilatazioni termiche senza sollecitare il sistema impermeabilizzante.

Rispetto alle tradizionali guaine bituminose, tra i vantaggi delle soluzioni impermeabilizzanti in EPDM a base di gomma naturale c’è la maggiore resistenza alla dilatazione termica grazie ad una maggiore elasticità immodificabile nel tempo.

Fattori di rischio e gli elementi costruttivi

Tutti gli elementi che attraversano un tetto o un terrazzo costituiscono un punto a rischio per le infiltrazioni d’acqua. Allo stesso modo, angoligradinibocchette, rappresentano punti sensibili così come le saldature fra i teli impermeabilizzanti e, soprattutto, infissi e serramenti esterni che sono certamente il punto più critico per l’impermeabilità di un edificio.

La stragrande maggioranza delle infiltrazioni nei sistemi di impermeabilizzazione si verifica in questi punti deboli. Ovviamente si tratta di problemi che possono essere evitati con adeguati sistemi di fissaggio delle guaine, i possibili danni dipendono infatti non solo dai materiali utilizzati per l’impermeabilizzazione ma anche dalle tecniche di fissaggio.

 

Le guaine in EPDM Carlisle sono estremamente facili da installare ad aria calda, senza fiamme libere, consentendo alta precisione nell’installazione su calcestruzzo, legno, metallo, bitume, pannelli isolanti, plastiche.

Fattori di rischio e la manutenzione

Una posa a regola d’arte unita ad un’accorta manutenzione e alla qualità dei materiali, rappresentano la principale garanzia di tenuta dell’opera. In particolare, la qualità dei materiali e la corretta esecuzione dell’opera rappresentano fattori ancora più importanti quando si sa che le caratteristiche dell’edificio rendono la manutenzione difficile o infrequente.

L’assenza di manutenzione rappresenta infatti una frequente causa di danno per l’impermeabilizzazione, perché consente l’azione indisturbata degli agenti degradanti.

Da questo punto di vista, le guaine in EPDM Carlisle hanno certamente il vantaggio di una durata testata di oltre 50 anni, certificata da Süddeutsches Kunststoff-Zentrum (SKZ) a confronto dei 30 anni di durata massima delle tradizionali guaine bituminose. A ciò si unisce una maggiore resistenza dell’EPDM agli agenti atmosferici quali grandine ed escursioni termiche.

Fattori di rischio e i punti di maggiore sollecitazione

Danni e difetti di un sistema impermeabilizzante si verificano dunque soprattutto nei punti di maggiore sollecitazione o dove l’applicazione non è stata ben eseguita in quanto più difficoltosa. Si tratta in particolar modo dei seguenti elementi costruttivi:

  • risvolti;
  • angoli;
  • passaggi e attraversamenti;
  • scarichi;
  • camini;
  • raccordi con altri edifici;
  • soglie;
  • gradini;
  • giunzioni tra vecchia e nuova guaina.

Presenza di attraversamenti

Qualsiasi attraversamento del sistema impermeabilizzante, ad esempio una tubatura, i tubi corrugati degli impianti elettrici o dei cavi d’antenna, i fori dei tasselli che fissano le piastre di ancoraggio, rappresentano un’interruzione e quindi un possibile passaggio preferenziale dell’acqua piovana o di quella che filtra dal terreno e che può attraversare lo stesso foro di passaggio dell’impianto se non sigillato correttamente.

Molto spesso l’attraversamento non viene adeguatamente sigillato o, peggio, non viene neppure considerato un punto critico in fase di progetto.

Il corretto calcolo delle pendenze

Ancora troppo spesso capita di trovare pavimenti, soglie, gradini e addirittura intere terrazze con pendenza minima, nulla e persino contraria.

Al di là dei problemi di ristagno dell’acqua, laddove si realizzano differenze di livello, la superficie situata più in basso sarà percorsa sia dall’acqua relativa alla propria esposizione che da quella proveniente dalle superfici soprastanti, causando comunque una prolungata esposizione della superficie a fenomeni di sommersione.